“cosa farebbe Sturzo oggi?”

STURZO INDICA LA VIACome soci di Italiani Liberi e Forti, partito di ispirazione cristiana e di autentica matrice sturziana, noi oggi dobbiamo avere la forza ed il coraggio di seguire l’impostazione politica di don Luigi Sturzo fondata sul popolarismo che prende forma dal basso, che radica il consenso partendo dalle municipalità, evitando facili scorciatoie.

Per far questo, don Luigi partì da un paesino all’epoca forse insignificante per molti, Caltagirone, per contribuire alla costruzione del bene comune e solo 17 anni dopo fondò il PPI, cioè solo dopo un lungo periodo di semina e soprattutto dopo aver formato una solida base con un certo numero di eletti a livello locale. Questa è la strada da percorrere se veramente si vuole essere sturziani.

E, per rispondere alla domanda sovente ripetuta (“cosa farebbe Sturzo oggi?”) credo che don Luigi Sturzo oggi avrebbe cercato di costruire un contenitore veramente nuovo, non alleato con nessun partito tradizionale, non affidato ad un professore prestato alla politica sul quale si nutrono forti perplessità, ma avrebbe speso tutte le sue forze umane e spirituali facendo convergere su questo progetto cristiani e uomini di buona volontà per una generazione veramente nuova di politici a servizio del bene comune.

Lettera a Giovanni Palladino Segretario Nazionale di Ilef – Italiani Liberi e Forti

don Sturzo

Caro Segretario Nazionale,

in tarda primavera saremo chiamati a rinnovare i Consigli comunali ed a scegliere i Sindaci di numerose città inclusa la Capitale. Anzi: soprattutto la Capitale. Ma ricordiamo altre importantissime realtà: Brescia, Messina, Treviso, Barletta, Siena, Catania, Viterbo, Siracusa ( saranno 18 i Comuni Capoluogo e oltre 650 comuni complessivamente).

Non siamo radicati sul territorio, conosciamo le cifre della nostra presenza –come iscritti- nell’intero Paese e quindi è assolutamente impensabile di essere “presenti” in tutte le realtà. Si è saggiamente –e provvidenzialmente!-scelto di non partecipare alle Elezioni Politiche e, altrettanto provvidenzialmente, sono state respinte tentazioni di strane alleanze o addirittura –pare- di singole candidature con altre liste. Scongiurato questo pericolo –si: pericolo. Il Partito ha corso un grosso pericolo- guardiamo alla costruzione del Partito e, laddove sussiste un forte nucleo attivo, ad una prima presenza sulle schede elettorali.

A Roma il 26 e 27 maggio –questa la data salvo sorprese- ILEF –Italiani Liberi e Forti potrà contare sul grande, infaticabile, discreto, tenace lavoro di Dario Piccininni svolto da almeno tre mesi. Un lavoro davvero costruttivo nel senso piu pieno e bello del termine. Il nostro Vice Segretario Nazionale oltre che essere conosciuto è anche molto stimato nella Capitale. E lo è –soprattutto nel mondo cattolico- sia per la sua esperienza politica e sia per la bontà della sua persona. Dario vive l’impegno politico in un modo esemplare sostenuto da una grande fede.

Ebbene:fermo restando la disponibilità di Dario Piccininni sarebbe opportuno non dico di dare “carta bianca” ma di dare amplissima facoltà di azione nella realizzazione della lista di ILEF. Naturalmente la scelta del candidato Sindaco di Roma  che Ilef sosterrà  dipenderà dal Partito –dalla Direzione Nazionale-  ma si tenga presente quanto Piccininni ha già certamente in mente: la sua sincera amicizia –e sintonia politico/culturale- con alcuni giovani attuali Amministratori è un irrinunciabile punto di partenza.

Non siamo un partito confessionale – Sturzo non ce lo perdonerebbe- ma guai a “nascondere” la nostra identità. I tempi sono cambiati  rispetto a quando Sturzo fondò il Partito Popolare e purtroppo la scristianizzazione è un fatto ma qualcuno potrebbe sostenere che quel glorioso partito non fosse un “partito cattolico”? I giochino linguistici (non partito cattolico ma partito di cattolici o analoghe distinzioni) non mi piacciono.

E del resto se il Partito di Sturzo aveva il glorioso Scudocrociato –che non lasciava dubbi sulla identità- noi abbiamo un simbolo grazioso ma non così “eloquente” e quindi la nostra identità valoriale –cattolica, appunto- non va messa fra parentesi: anche questo Sturzo non ce lo perdonerebbe.

Per quanto mi riguarda sarei notevolmente contrario –come semplice iscritto- se persone non timorate di Dio (o, peggio: con situazioni familiari irregolari) ricoprissero ruoli importanti all’interno di Ilef. La tediosissima tiritera secondo la quale “non si può far l’esame del sangue a tutti” l’ho sentita troppe volte –nel Cdu di Buttiglione, per esempio- nelle mie brevi esperienze di militanza politica: e quasi sempre precedeva l’ingresso nel partito di personaggi di dubbia moralità (eufemismo). Spero si tenga presente quanto dico: io certamente sarò vigile e non potrò che trarre le mie conseguenze in caso di scelte nefaste o, per dirla con Sturzo, in caso di “mali passi”.

Andiamo avanti con fiducia e lavoriamo –tutti- sodo ma teniamo sempre presente che “invano faticano i costruttori se il Signore non costruisce la casa”.

cosimo de matteis, Ilef , Brindisi

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ILEF-Assemblea Naz.le Roma 9 Febbraio 2013- Intervento del Presidente EUGENIO GUCCIONE

ASSEMBLEA NAZIONALE
DI ITALIANI LIBERI E FORTI (ILeF)

LOGO ILEF

Sabato 9 febbraio 2013 ore 10,00-19,00
Auditorium dell’Istituto Sacro Cuore
Via Marsala 42 – Roma

Presidente Eugenio Guccione

l’intervento del Professore Eugenio Guccione è preceduto da una introduzione del moderatore dei lavori assembleari: se si vuole andare direttamente occorre sportarsi al minuto 7:05

Testo dell’intervento

“12 mesi di rodaggio: luci e ombre”

È di sicuro auspicio, a poco più di un anno dalla nascita del partito neo-popolare
Italiani Liberi e Forti, lo svolgimento di questa assemblea in casa salesiana. Luigi
Sturzo era molto devoto a San Giovanni Bosco associandone il ricordo ad Antonio
Rosmini, a Gioacchino Ventura e a Federico Ozanam. Del fondatore della congregazione
dei Salesiani egli condivideva il metodo educativo, basato sulla prevenzione, e
rilevava che anche «coloro che non hanno avuto un contatto diretto con tale metodo,
hanno tratto beneficio dall’atmosfera creata dall’apostolato di don Bosco». E aggiungeva
che, «in un periodo in cui generalmente il clero era avversato perché ritenuto
ostile all’unificazione d’Italia, don Bosco era amato e stimato da tutti» e, in
specie, dalla gioventù che egli «invitava ad essere fidente e gioiosa»1.
Mettendo in conto tale dichiarata predilezione di Luigi Sturzo per Don Bosco, non
è stato forse un caso che ILeF, nel suo primo esperimento elettorale, imbattendosi in
Sicilia in un ambiente cattolico sgretolato e compromesso, abbia avuto un sostegno
schietto e aperto soltanto dai Salesiani. E non è un caso che oggi siamo chiamati qui a
fare un bilancio consuntivo e preventivo della nostra attività in questa casa voluta dal
Santo di Castelnuovo d’Asti e a quattro passi dalla sua statua.
Tutto ciò, ovviamente, è al di fuori (occorre ribadirlo!) di ogni ipoteca confessionale
su Italiani Liberi e Forti. Il quale, proprio sulla scia dell’insegnamento e
dell’esempio di Don Bosco e di Don Sturzo, è e rimane un partito laico, ispirato alla
Dottrina Sociale della Chiesa e, in quanto tale, consapevole del principio evangelico
secondo cui bisogna dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare.

Sia chiaro: noi non siamo per un progetto cristiano della società e dello Stato, perché un siffatto progetto sarebbe totalizzante, sarebbe fondamentalista; noi siamo, piutto-sto, per un progetto di società e di Stato in senso cristiano, ossia rispettoso dei valori del cristianesimo fatti propri dalla civiltà occidentale, aperto al dialogo e ai contributi di aderenti ad altre confessioni religiose, disponibile a comprendere le esigenze dei diversi, ma categoricamente contrario, per esempio, a sconvolgere il concetto natura-le e costituzionale di famiglia e di matrimonio.
Non dobbiamo, intanto, nasconderci che, nei dodici mesi di rodaggio e nella stessa consultazione siciliana, ci aspettavamo nei nostri confronti una maggiore disponibili-tà da parte del mondo cattolico, sia perché parlavamo e parliamo un linguaggio in sin-tonia con il magistero sociale pontificio, sia perché interpreti del diffuso disagio mo-rale esistente in seno all’ambiente ecclesiale per l’attuale politica italiana, sia perché accolti con calore e con promesse dai vescovi, dai sacerdoti e dalle forze cattoliche da noi avvicinati.
Per tutto questo, fermo restando il carattere laico del nostro partito, consideravamo normale un massiccio consenso a ILeF da quello che è il nostro stesso ambiente di fede e di formazione. Siamo stati, invece, illusi e delusi in famiglia. E con la respon-sabilità di coloro che, apparentemente disgustati del sempre crescente malcostume politico, avrebbero dovuto vedere in noi i divulgatori e gli operatori dei valori e degli ideali cristiani. Continuiamo pure a tenere come modello il Buon seminatore della pa-rabola evangelica, ma non illudiamoci di potere nell’immediato fare breccia su una società civile scristianizzata, materialista e relativista: del tutto ignara dell’esistenza di una Dottrina sociale della Chiesa e, di conseguenza, indifferente o addirittura ostile al nostro progetto socio-politico.
Per dirla in breve ci troviamo in un circolo vizioso: da un lato un mondo, quello cattolico, in grado di comprendere e accettare il nostro messaggio, ma, per contingen-ti motivi di opportunismo, sceglie i partiti di potere e non dà spazio a noi; dall’altro lato una società civile secolarizzata, incapace di capire il nostro linguaggio e restia a darci fiducia. È un circolo vizioso, che ci attanaglia e che, a qualsiasi costo, va spez-zato con la libertà delle nostre coscienze e con la forza delle nostre idee. Proprio da uomini liberi e forti come proclamiamo di essere.
A parte qualche nostro errore nell’organizzazione dovuto a inesperienza, come, per esempio, la mancata mobilitazione in Sicilia dell’intero partito, quel circolo vizio-so rappresenta, senza dubbio, l’ombra più oscura che ha gravato e grava pesantemen-te sul primo anno di esistenza di ILeF. A un così fitto cono d’ombra si aggiunge il blackout, provocato a nostro danno, non solo dai mass media, gestiti dalla massoneria e dalla mafia politica, ma anche dalla sleale, seppure legittimata, concorrenza dei partiti tradizionali, che, disponendo di denaro pubblico (del nostro denaro!), acquista-no pagine e trasmissioni e, grazie a tale commercio, creano anche un rapporto privi-legiato con testate cartacee e digitali.
Siamo, certamente, scomodi per una classe politica la quale ha perduto di vista il Bene Comune e non riesce a vedere oltre i propri interessi e le proprie ambizioni e sulla quale pesa un grave deficit di moralità e di civica responsabilità. Nel mio inter-vento alla precedente assemblea di ILeF del 13 maggio, sono stato facile profeta nel prevedere che, nonostante il fermento della vigilia elettorale e le esternazioni di tutti i leader di destra, sinistra e centro, l’andazzo della situazione politica italiana sarebbe proceduto come prima e peggio di prima.
Il finanziamento pubblico dei partiti, la legge elettorale, la limitazione del numero dei parlamentari, la riduzione della loro indennità, la riforma del Senato, sono finiti nel labirinto delle buone intenzioni della classe politica, dell’intera classe politica, e ancora oggi rappresentano il vergognoso copione della grande beffa all’italiana. E, così, noi – sia per le elezioni regionali siciliane, sia per quelle nazionali in corso -, siamo rimasti penalizzati da leggi elettorali capestro che pongono uno sbarramento quasi impossibile per le emergenti forze di rinnovamento e non consentono, per la Camera e il Senato, facoltà di scelta dei candidati da parte degli elettori.
Tali e tante ombre, traducendosi in vere e proprie difficoltà oggettive e paraliz-zando alcune nostre iniziative, ci hanno messo e ci mettono duramente alla prova. Ma, in questi dodici mesi di rodaggio, non sono riuscite a indebolire le luci del nostro percorso. L’attività di ILeF, malgrado tutto, continua a essere un’interessante espe-rienza, che ci arricchisce umanamente e politicamente.
Certo, sarebbe stato stimolante in questo primo anno di vita, potere contare su de-cine di migliaia di tesserati, le cui sottoscrizioni sarebbero state provvidenziali per la soluzione dei problemi economici di ILeF. Ma, in compenso, abbiamo incontrato in tutta Italia tanta brava gente, che la pensa come noi, disposta a rimboccarsi le mani-che e a fare sturzianamente da lievito in una società bisognosa di un valido orienta-mento.
Il mio pensiero, grato e fiducioso, va agli iscritti di “Italiani Liberi e Forti”, ai simpatizzanti, ai coordinatori di vari centri in territorio nazionale, ai candidati sicilia-ni della “Lista Sturzo Presidente”, ai ventimila loro votanti, agli amici della Direzione Nazionale, a voi tutti presenti in quest’aula.
Sento di annoverare tra le attuali luci di ILeF la dinamica e generosa attività del nostro segretario politico nazionale, Giovanni Palladino, il puntuale staff del l’ufficio di segreteria diretto dalla dottoressa Elena Placidi e il Progetto Web di cui è respon-sabile Marco Ruopoli. E, assieme a loro, Gaspare Sturzo, che, con grande coraggio e disponibilità, candidandosi a presidente della Regione Siciliana, ha portato alto il nome di ILeF nell’Isola.
Rientrano nel conto delle luci: la fedeltà dell’intero partito agli impegni presi al momento della costituzione, la coerente linea di condotta tenuta nelle trattative con le altre forze politiche, il categorico rifiuto di alleanze compromettenti, lo sforzo orga-nizzativo giunto sino all’odierna assemblea, l’audace decisione di presentare liste, laddove sarà possibile, alle prossime elezioni comunali e provinciali.
ILeF è un partito vivo e vegeto. Si tiene al passo con i tempi e con le attese degli italiani. L’ostacolo a una sua crescita immediata, com’è nel desiderio di tutti noi, non va riportato al fatto di avere appena un anno di vita, anche perché ILeF, per sua voca-zione, si collega alla tradizione politica sturziana e ha fatto proprio il ricco patrimonio di idee e di proposte della Dottrina Sociale della Chiesa. Il vero, grosso ostacolo di ILeF è quello di rimanere ingabbiato, intrappolato, nonostante la sua vitalità e le sue energie, in un sistema politico chiuso, artatamente bloccato da quanti dall’interno te-
mono che un qualsiasi cambiamento possa essere a scapito dei loro interessi e delle loro ambizioni.
Ci troviamo dinanzi a un edificio senza porte di entrata. Bisogna prenderlo d’assalto, stritolarlo sfrattare chi vi sta arroccato dentro e stabilirvi le regole della democrazia, se vogliamo effettivamente servire il Paese e realizzare il Bene Comune. Fuori di metafora, voglio dire, vorrei far capire che, allo stato delle cose, non c’è altra strada per ILeF che quella del dissenso, quella della contestazione del sistema e dei suoi sostenitori senza guardare in faccia a nessuno. Come Luigi Sturzo negli anni ’50, dobbiamo oggi farci «coscienza critica» di questa pseudodemocrazia, così noi dob-biamo oggi combattere le male bestie e coloro che le cavalcano.
Il fondatore del Ppi, nel corso di una dura campagna giornalistica contro lo spreco del denaro pubblico, contro gli enti inutili, contro le incompatibilità parlamentari, contro le bustarelle, contro il sistema dei controllati/controllori, contro il connubio tra banche e partiti, contro la corruzione in genere, così scriveva il I° maggio 1952 sulla rivista Libertas: «Per tutto ciò, io sono orgoglioso di aver fatto una campagna lunga, noiosa, disturbante anche per la incomprensione di parecchi amici miei e amici di Libertas, ma rispondente alla necessità impellente di moralizzare la vita pubblica. Non cesserò finché non avrò raggiunto la meta sia per i parlamentari sia per i fun-zionari. E se questa sarà la mia ultima battaglia, spero di trovare chi la riprenda in mio nome».
Credo che la Storia ci abbia messo assieme, sotto la bandiera di ILeF, per la con-cretizzazione della speranza di Sturzo, ossia riprendere in suo nome la battaglia e vincere la guerra contro il malcostume politico italiano e a tutto vantaggio del Bene Comune.

ILEF – Assemblea nazionale del 9 febbraio 2013

L’Assemblea Nazionale di ILEF è iniziata alle 10:15 di sabato scorso, con la sapiente regia moderatrice di Gianpaolo Vitale, ed è finita alle 20:15 con la santa messa celebraGIOVANNI PALLADINOta da Mons.Manlio Sodi della Santa Messa nella stupenda Chiesa del Sacro Cuore fatta costruire da San Giovanni Bosco. Nella sua relazione introduttiva , Eugenio Guccione ha giustamente ricordato il significato e l’importanza di trovarci in un ambiente salesiano.
Nel corso della mattina si sono svolte le relazioni di base (Guccione, Diotallevi, Arquilla, Cardillo, Ruopoli e Sturzo), mentre nel pomeriggio/sera si sono avuti 16 interventi di soci e simpatizzanti. I lavori dell’Assemblea sono terminati con le considerazioni conclusive dei Vice-Segretari Piccininni e Mosti, e con le mie. Entro i prossimi giorni tutti gli interventi saranno riportati nel nostro sito web sia in video che come testo scritto.

Il giudizio finale? E’ stato un sabato molto interessante e costruttivo. Chi non era presente, lo potrà presto constatare nel seguire l’intera Assemblea tramite il web. Le relazioni della mattina sono state di altissima qualità e gli interventi del pomeriggio sono stati ispirati e motivanti – con diverse proposte innovative e correttive – anche grazie all’elevato livello qualitativo di quelle relazioni.
Negli Atti inseriremo anche le opinioni di chi, non potendo venire a Roma, ci ha inviato una memoria
scritta.
Alcuni partecipanti all’Assemblea si attendevano dalla Direzione Nazionale di ILeF una indicazione di
voto per le prossime elezioni politiche. Ma dalle varie relazioni e dagli stessi interventi dei soci è emerso
chiaramente come non sia opportuno che il partito esprima una sua preferenza, anche in considerazione
delle grandi perplessità e comportamenti equivoci che stanno emergendo dalla campagna elettorale.
Nel mio intervento di chiusura dell’Assemblea ho sottolineato la necessità di organizzare a Roma tra il 15
maggio e il 15 giugno il primo Congresso Nazionale di ILeF, quando tutti i membri della Direzione
Nazionale si presenteranno dimissionari e i soci dovranno eleggere i nuovi membri.

Ho precisato che non intendo presentarmi per un secondo mandato alla Segreteria Politica Nazionale, perché ritengo
che sia giunto il momento che a tale ruolo venga eletta una persona di grande esperienza che possa
rendere più visibile il Partito e che lo possa guidare con maggiore autorevolezza della mia.
Ovviamente continuerò a lavorare con grande passione e impegno per e nel Partito, in quanto non
ho alcuna intenzione di abbandonare il campo. Per arrivare a tale importante appuntamento con tutti i
requisiti richiesti dallo Statuto, ho quindi sollecitato tutti i partecipanti a seguire l’esempio degli amici
siciliani di Palermo, Catania e Agrigento che hanno già provveduto a eleggere i rispettivi organi
territoriali. D’altronde si è partiti dalla Sicilia per fare l’unità d’Italia….

L’Assemblea ha infine approvato all’unanimità la seguente MOZIONE:
L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI ITALIANI LIBERI E FORTI, RIUNITASI A ROMA IL 9
FEBBRAIO 2013, SOLLECITA IL PARTITO A:

 IMPEGNARSI – NELLE REALTA’ DOVE E’ IN GRADO DI REALIZZARE UNA
ADEGUATA ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE – A PARTECIPARE ALLE
PROSSIME COMPETIZIONI ELETTORALI;

 INDIVIDUARE DELLE ALLEANZE POTENZIALMENTE COERENTI CON I VALORI
E GLI IDEALI STURZIANI SULLA BASE DEL PROGRAMMA DI ILEF E AVENDO
RIGUARDO – VOLTA PER VOLTA – AI SISTEMI ELETTORALI;

 AVERE LA CAPACITA’ SELETTIVA E PROPOSITIVA DI INDIVIDUARE PERSONE
CHE CULTURALMENTE SIANO PORTATRICI E PORTATORI DI VALORI E IDEALI
STURZIANI E CHE SIANO IDONEE AD AMMINISTRARE ENTI LOCALI
TERRITORIALI;

 PROVVEDERE ALLA FORMAZIONE SOCIALE, CULTURALE E POLITICA DEI
SOCI MEDIANTE LA CREAZIONE DI SCUOLE COORDINATE DAL CENTRO
INTERNAZIONALE STUDI LUIGI STURZO;

 PROVVEDERE ALLA COSTITUZIONE DEGLI ORGANI TERRITORIALI NEI
DIVERSI AMBITI, ESORTANDO LE SEZIONI AD AVVIARE IL PROCESSO
SECONDO LE NORME PREVISTE DALLO STATUTO;

 ENTRARE IN CONTATTO CON IL SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO
POPOLARE EUROPEO A BRUXELLES PER VALUTARE LA POSSIBILITA’ DI
ADERIRE AL PPE;

 PARTECIPARE A ROMA ALLA MARCIA PER LA VITA (MAGGIO 2013));

 IMPEGNARE TUTTI I SOCI A CONDIVIDERE, NEI LORO AMBIENTI DI VITA E DI
LAVORO, LA CAMPAGNA “M’ILLUMINO DI MENO”, DANDO MANDATO AL SUO
PORTAVOCE, DR. GIANPAOLO VITALE, DI COMUNICARE ALLA TRASMISSIONE
RADIOFONICA, CHE HA PROMOSSO L’INIZIATIVA, IL NUMERO DELLE
ADESIONI.

Entro i prossimi giorni provvederemo a fare una sintesi delle numerose altre idee e proposte emerse nel
corso dell’Assemblea, per valutarne poi – democraticamente – le possibilità di realizzazione.
Il mio più sentito ringraziamento va a tutti i partecipanti all’Assemblea e allo staff che ha organizzato
l’impegnativo evento.

Giovanni Palladino – Segretario Politico